In realtà qui non ero sicuro di trovare qualcosa di calcisticamente interessante, ma girando tra i tanti stand, mi sono imbattuto in uno specializzato in maglie da calcio. Forse non lo sai ma proprio Umbro è stato il primo marchio a pensare alle maglie dei giocatori in versione ridotta e meno costose, per permettere ai più piccoli di indossare le casacche dei loro idoli. Mi pare molto bella, maglietta nuova della juventus ma forse solo perchè in effetti rappresenta una mia personalissima madeleine. Sulla parte sinistra della maglia è visibile tono su tono lo stesso motivo a zig-zag della maglia away, ma molto meno invasivo. Le quattro maglie, create sul medesimo template della versione viola, sfoggiavano il giglio sulla manica sinistra e il simbolo del quartiere che rappresentano sul fianco destro (una «colomba bianca» a simboleggiare il quartiere di Santo Spirito, il «sole in oro su campo azzurro» a rappresentare il quartiere di Santa Maria Novella, il «battistero di San Giovanni» simbolo dell’omonimo quartiere e la «croce in giallo su campo azzurro», rappresentante il quartiere di Santa Croce). Sulla sinistra troviamo il simbolo della Regione Calabria e sulla destra il logo dello sponsor tecnico Onze.
Nel 1992-93, la seconda maglia inizialmente ideata da Lotto venne presto ritirata dalla società, dal momento che le sue geometrie andavano a ricordare le svastiche naziste: la cosa, del tutto involontaria, provocò tuttavia un discreto parlare sugli organi di stampa, portando club e fornitore tecnico a sostituirla con una interamente bianca. La nuova terza maglia della Nazionale, apprezzata all’estero, da noi ha sollevato qualche perplessità. Nelle tre stagioni dal 2017 al 2020 la Fiorentina non ha utilizzato una terza maglia unica, maglia inter 2024 ma ha creato quattro «divise speciali» da trasferta ognuna delle quali si ispirava al colore di un quartiere storico di Firenze. Nell’unica stagione della Florentia Viola, vennero usate numerose seconde maglie provvisorie, fino all’adozione della divisa ufficiale di colore rosso. Nei primi anni della sua storia, quando la divisa era biancorossa, la Fiorentina utilizzò una tenuta a strisce verticali di questi stessi colori, con pantaloncini e calzettoni neri. Solitamente, da quando è stata prodotta, è di colore rossa, ma ci sono state stagioni in cui questa era gialla, mentre in un’altra annata era di un grigio argentato. Inizialmente il giglio era bianco in campo rosso ma nel XIII secolo i Guelfi scelsero il giglio con i colori invertiti per differenziarsi dai Ghibellini e quando, nel 1251, i primi cacciarono i secondi il simbolo di Firenze divenne quello che conosciamo oggi.
Umbro si riconferma ancora autrice di lavori di caratura pesante, nella sua semplicità è riuscita a tenere i colori clarets and blue tipici degli Hammers senza trascendere nell’esagerazione. Simbolo inscritto in un rombo con i colori del club. I tifosi protestarono per il cambio, anche perché il nuovo giglio sembrava più un’alabarda che non il simbolo storico; veniva infatti chiamato «giglio alabardato». Fu la dirigenza Pontello a cambiare in maniera netta il simbolo negli anni 80, stilizzando il giglio dentro un cerchio bianco bordato di viola insieme a una sorta di F, iniziale della squadra. Verso la fine del 1985, il presidente Pontello contattò il cantautore Don Backy, grande tifoso viola, affidandogli la creazione del nuovo inno ufficiale della squadra, per presentarlo in occasione del 60º anniversario della nascita della società, che sarebbe stato festeggiato l’anno successivo. Ormai le maglie da gioco di rugby sono passate a tessuti tecnici, ma ogni club, ogni squadra, propone sempre anche la versione “old”, dunque la mitica polo in cotone. L’inizio della stagione 2021-22 è particolarmente negativo: malgrado una sostanziale tenuta difensiva, i biancorossi conquistano appena due vittorie nell’intero girone di andata; Lauro viene quindi esonerato in favore di Giuseppe Galderisi, che riesce a risollevare la squadra, rinforzata anche nel mercato di gennaio dall’arrivo di Gaetano Monachello, il cui contributo (11 reti) si rivelerà fondamentale per il raggiungimento della salvezza.
Dalla stagione 1974-75, per due anni, la divisa si discosta dal modello classico in quanto i pantaloncini sono blu, mentre la maglia e i calzettoni sono sempre di colore rispettivamente celeste e bianco. Tra le due guerre, Carcano, Baloncieri, Gandini, Banchero, Avalle, Ferrari e Bertolini furono protagonisti delle stagioni disputate ai più alti livelli nella storia dei grigi e militarono in più occasioni nella Nazionale italiana. La divisa utilizzata generalmente nelle partite casalinghe dalla Lazio è costituita da maglia celeste con bordi e colletto in bianco, più spesso azzurra con bordi e colletto bianco nel secolo scorso, pantaloncini bianchi e calzettoni che nel corso della storia del club hanno cambiato varie volte colore, alternando una versione nera con fascia bianco-celeste o bianco-azzurra ad altre completamente bianche o celesti o azzurre. Negli anni seguenti invece come seconda maglia venne adottata una divisa verde, più precisamente dal 1931-32 (prima stagione in Serie A) fino all’interruzione bellica del 1943. Molte volte la seconda maglia verde venne indossata anche durante le partite casalinghe, poiché il marchese Ridolfi, presidente della società, gradiva questo colore tanto quanto il viola. A seguito della promozione in Serie B nel 2024, il centro sportivo viene risistemato, ammodernato e ribattezzato col nome sponsorizzato Sinergy Mantova Center.