Poi la molla. Perché il calcio è una malattia. Siamo a Bruges, nell’andata dei quarti di finale di Coppa Uefa, e Sabadini ricorda ancora oggi benissimo quell’episodio: «Perdevamo per 1-0 e l’arbitrò ci assegnò un calcio d’angolo. Io andai in area a saltare, anticipai il portiere e mandai la palla in rete». Siamo negli anni 60′ e con questa casacca i blancoso vincono la quinta Coppa Campioni consecutiva sconfiggendo l’Eintracht Frankfurt nella finale di Glasgow per 7-3. Tra i giocatori più rappresentativi non può che esserci Alfredo Di Stefano, con lui ad indossarla, la camiceta blanca risplende di luce proprio e nessuno ma proprio nessuno, ha dimenticato quella squadra grandiosa. La Nord chiede alla società d’affidarsi a dirigenti esperti, l’allontanamento del ds Berta, e più serietà e impegno a giocatori e allenatore. Ben vengano i giovani fuoriclasse, di qualunque nazione siano, ma anche giocatori d’esperienza come Perotti e Borja Valero. Dopo la rifondazione, si scelse l’impianto della frazione di Riale, lo stadio Enrico Filippetti, complice anche la distesa del nuovo manto erboso in sintetico e la costruzione di altri tre campi adiacenti. Il nuovo millennio iniziò per la casa del Biscione sotto ottime prospettive.
I lavori di costruzione iniziarono nel 1938 con l’obiettivo di destinare il nuovo sito produttivo alla progettazione e all’assemblaggio di motori aeronautici. L’ultimo stabilimento aperto dall’Alfa Romeo in Italia è stato quello di Pratola Serra, inaugurato nel 1981 per l’assemblaggio dell’Arna e successivamente destinato dal gruppo Fiat alla produzione di motori. Con l’avvicinarsi della seconda guerra mondiale, la produzione dell’Alfa Romeo fu orientata verso l’assemblaggio di motori aeronautici e autocarri, che sarebbero stati più utili all’Italia in caso di conflitto armato. Con la 1900, l’Alfa Romeo passò da casa automobilistica che assemblava modelli di lusso, a livello quasi artigianale, a marchio che produceva industrialmente, con l’abbattimento dei costi di produzione. I modelli Alfa Romeo commercializzati in seguito alla uscita di produzione della 159 non sono stati più assemblati in fabbriche collegate specificamente al marchio del Biscione. Nel 2010, in occasione del centenario di fondazione della casa, l’Alfa Romeo ha presentato il modello che ha sostituito la 147, la Giulietta.
Nel 1987 venne introdotta la 164, un’ammiraglia sviluppata sulla stessa base della Lancia Thema che rappresentò una pietra miliare nella storia della casa, dato che fu il primo modello Alfa Romeo di questo segmento a trazione anteriore. Nel 2015, in occasione del 105º anniversario della fondazione dell’Alfa Romeo e della presentazione della nuova Giulia, il logo viene rinnovato. Nel 2003 avvenne la presentazione del modello GT, che l’anno successivo vinse il premio di «Automobile più bella del mondo». 1998, il prestigioso premio di Auto dell’anno. All’inizio degli anni settanta, al culmine della capacità produttiva, la forza lavoro impiegata all’Alfa Romeo sfiorava i 29.000 dipendenti. Sta quindi tornando ai fasti degli anni ‘70, quando era lo sponsor ufficiale di Bjorn Borg, che si teneva fermi i capelli con una fascetta diventata così iconica che Wes Anderson l’ha fatta indossare a uno dei Tenenbaum. Napoli è fatta così, è naif, spontanea, generosa, entusiasta. Tale fabbrica fu impiantata nel 1906, in occasione del trasferimento della Darracq da Napoli a Milano e fu chiusa nel 1986, quando l’ultimo operaio dell’impianto venne trasferito ad Arese. Alfa e Milano divise da due nodi sabaudi in omaggio alla Casa regnante italiana.
Il primo, che venne aperto a Milano nel quartiere del Portello, nacque agli albori della storia della casa del Biscione. I costi di produzione vennero ridotti grazie all’introduzione anche al Portello, nel 1952, della catena di montaggio. Grazie al lancio della 1900 e della Giulietta, le vendite dell’Alfa Romeo ebbero un cospicuo incremento, e ciò consentì la salvezza del marchio. Dal primo semestre 2022 la Tonale viene prodotta nello stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d’Arco. Nel 1925 è stata aggiunta una corona d’alloro in ricordo della vittoria dell’Alfa Romeo P2 al primo campionato del mondo di automobilismo organizzato nella storia. I lavoratori si ridussero a 1.200 all’inizio degli anni venti a causa della crisi economica del primo dopoguerra. Tuttavia gli anni settanta non continuarono a essere fortunati riguardo alla produzione di serie, soprattutto a causa della crisi petrolifera del 1973 che colpì pesantemente il comparto dell’auto. La profonda crisi iniziata alla fine degli anni settanta e la strategia perseguita dal gruppo Fiat portarono, a partire dalla metà degli anni ottanta, a un ridimensionamento del numero degli impiegati.