Nell’estate 1994 Mantova si ritrova così priva della propria maggiore società di calcio. In via eccezionale, il Mantova 1994 viene ripescato nella categoria superiore a quella di diritto, ovvero l’Eccellenza emiliano-romagnola. La società biancorossa viene dunque rifondata col nome di Nuova Associazione Calcio Mantova e mantiene la categoria di competenza. La società torna alla vecchia denominazione: A.C. Mantova 1911. La nuova stagione, 2002-2003, parte bene, ma poi la squadra subisce una flessione e va in crisi di gioco e risultati. La vittoria nello scontro diretto contro il Chievo pare lanciare i virgiliani verso la promozione, ma una crisi di risultati nelle ultime giornate consente ai veronesi di effettuare il contro-sorpasso e accedere alla serie cadetta; il Mantova, ridotto a giocare gli spareggi, esce dalla corsa-promozione già in semifinale contro il Como, che vince per 2-1 l’andata e impatta per 0-0 al ritorno. Il 1982-1983, il primo in Serie C2 nella storia del Mantova, è segnato da una crisi societaria: mentre sul campo la squadra si comporta abbastanza bene, centrando un terzo posto finale (inutile però ai fini della promozione), la situazione debitoria dell’Associazione Calcio Mantova si fa insostenibile. La sicurezza matematica della promozione in Serie A giunge alla terzultima gara, maglie calcio 2025 vinta 2-0 in casa col Brescia.
Arrivano acquisti importanti e viene riscattato Graziani alle buste col Teramo. Fu un’apoteosi. Uno dei fautori della rinascita, assieme ad altri giovani volenterosi fu l’ex giocatore della Serie C Ottavio Terranova, personaggio che spesso sedette sulla panchina neroverde, talvolta scendendo in campo in età avanzata e che purtroppo ricevette anche pesanti critiche, soprattutto in una stagione negli anni settanta dove fu primo in classifica e qualche detrattore al grido di «Villese sì, Terranova no» costrinse alle dimissioni il tecnico di origini palermitane ma villese di adozione. Invasione di campo. L’arte entra in gioco, curata dalla Galleria d’arte moderna e contemporanea di Torino (GAM), che racconta le emozioni e le suggestioni che scaturiscono dall’esperienza calcistica e sportiva. Il 19 giugno 2004 Castagnaro cede la quota di maggioranza della società a Fabrizio Lori, giovane imprenditore mantovano, titolare della Nuova Pansac, al tempo società di rilievo internazionale nel campo di materie plastiche. Nel girone di ritorno, il Catania ottiene dei risultati al di sopra delle aspettative benché alla 28ª giornata, i siciliani sono all’ottavo posto a quota 41 punti vicino all’Europa League. Riconfermato anche per il 1988-1989, Corso conduce i virgiliani a una tranquilla salvezza col sesto posto finale nel proprio girone. Leggermente meglio nel 1975-1976, con sesto posto finale.
Il rapporto col tecnico ex-interista si conclude qui: nel 1989-1990 gli subentra Gian Piero Ghio, che guida il Mantova al quinto posto nel proprio girone, guadagnando l’accesso alla Coppa Italia maggiore. Il 1977-1978 fu un buon anno: occorreva arrivare nei primi dodici per guadagnare l’accesso alla C1 per la ristrutturazione dei campionati, il Mantova si piazza al terzo posto. Una gioiosa celebrazione di stile e colore in vista della competizione più importante, ma anche il segnale definitivo che il calcio delle donne non ha nulla da invidiare a quello dei colleghi uomini anche in termini di creatività, design e hype. A seguito delle numerose istanze di morosità presentate dai creditori, essa viene dichiarata fallita. È il caso del leggero colletto a V e dei bordi delle maniche che presentano una banda più spessa di colore verde e una più sottile di colore blu. Perde il turno preliminare dei play-off. Le stagioni 1997-1998, 1998-1999 e 1999-2000 vedono il Mantova stabile in Serie C2, senza correre rischi né manifestare ambizioni particolari: il massimo risultato è costituito dai play-off disputati (e poi persi) contro il Prato (2-1, 1-1). Tale stagnazione finisce per tendere i rapporti tra Freddi e la tifoseria: nel 2000 il patron passa quindi la mano a Mario Cioli.
Il Mantova conquista la vetta che manterrà fino alla fine del campionato; l’apoteosi è raggiunta nel derby con la Cremonese, con oltre 8000 spettatori al Martelli. In vista del campionato 1992-1993 Grigolo (ormai pienamente in possesso della società) annuncia propositi ambiziosi: investe nella ristrutturazione dello stadio Martelli (ormai gravemente pericolante), acquista un pullman per la prima squadra e sposta la sede operativa del club nel centro della città. Città di Verbania ha riadottato un identificativo quasi identico allo stemma storico: le modifiche consistono nell’assenza di riferimenti all’anno 1959 (sostituito dalla dicitura ASD) e nella presenza della parola Città di in capo all’insieme. Nella stagione 1967-1968, il Mantova viene retrocesso in Serie B. Gustavo Giagnoni salva la squadra e l’anno dopo arriva quarto ad un solo punto dalla promozione. Dal punto di vista dirigenziale nomina Franco Manni direttore generale, Gustavo Giagnoni ed Ernesto Bronzetti consulenti per il mercato e (dopo il rifiuto di Bellotto), chiama a guidare la squadra Ugo Tomeazzi. Direttore sportivo è Giuseppe Magalini, proveniente dal settore giovanile del Chievo. Il Mantova si impone per 2-0 e distanzia di 9 punti la seconda a tre giornate dal termine.
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